FAQ - Domande Frequenti
Punto Immobiliare: le tue domande, le nostre risposte
I documenti principali includono l’atto di proprietà, il certificato di agibilità, il certificato energetico, la planimetria catastale e eventuali certificati di conformità degli impianti. Potrebbero essere richiesti ulteriori documenti a seconda del tipo di immobile.
Il valore di un immobile viene calcolato tenendo conto di diversi fattori, tra cui la posizione, la dimensione, le caratteristiche dell’edificio, lo stato di conservazione, i servizi presenti nella zona e le tendenze del mercato immobiliare locale.
Il tempo può variare in base alla domanda di mercato, alla tipologia di immobile e alla zona. In media, possono essere necessari da alcuni mesi a un anno per concludere una compravendita.
La visura catastale è un documento che attesta i dati principali dell’immobile, come la proprietà, la rendita catastale, e la destinazione d’uso. È fondamentale per verificare l’assenza di vincoli o irregolarità.
Il notaio garantisce la legalità della transazione, verificando che i documenti siano in ordine e che l’immobile sia libero da ipoteche o vincoli. Inoltre, si occupa della stesura e registrazione del rogito, l’atto pubblico che sancisce il passaggio di proprietà.
Una perizia immobiliare è una valutazione effettuata da un perito o un esperto per determinare il valore di mercato di un immobile. È necessaria, ad esempio, per ottenere un mutuo o per stabilire un prezzo equo di vendita.
Le imposte variano a seconda del tipo di immobile e della prima o seconda casa. Di solito includono l’imposta di registro, ipotecaria, catastale e l’IVA (se applicabile). Questi costi possono oscillare tra il 2% e il 10% del valore dell’immobile.
L’imposta di registro si applica alle vendite tra privati ed è proporzionata al valore catastale o di mercato dell’immobile. L’IVA si applica invece quando l’acquisto avviene da un’impresa costruttrice e varia in base alla tipologia dell’immobile (generalmente 4% per la prima casa, 10% o 22% per altre tipologie).
I passaggi includono la ricerca dell’immobile, la visita, la proposta d’acquisto, il compromesso (preliminare di vendita), l’eventuale richiesta di un mutuo e il rogito notarile per il trasferimento della proprietà.
Prima di fare una proposta d’acquisto, è importante verificare la disponibilità finanziaria, richiedere informazioni sull’immobile (ad esempio, su possibili ipoteche o vincoli urbanistici) e valutare attentamente il prezzo di mercato.
È possibile richiedere una visura catastale e un controllo presso l’ufficio tecnico del Comune, oppure rivolgersi a un tecnico (geometra o ingegnere) per verificare la conformità urbanistica ed edilizia.
Oltre al prezzo dell’immobile, ci sono spese notarili, imposte di registro, spese per eventuali perizie e mutui, e costi legati alla ristrutturazione o manutenzione.
Sì, è possibile attraverso la stipula di un compromesso (o preliminare di vendita), che fissa i termini dell’acquisto e il prezzo, permettendo di avere il tempo per ottenere il mutuo.
Le spese notarili includono la parcella del notaio, l’imposta di registro, imposte ipotecarie e catastali. L’importo dipende dal valore dell’immobile e dal tipo di compravendita.
Sì, è possibile acquistare un altro immobile anche se si ha un mutuo in corso, ma bisognerà verificare la propria capacità finanziaria e ottenere l’approvazione per un eventuale nuovo mutuo.
È possibile richiedere una visura ipotecaria presso il Catasto o rivolgersi a un notaio, che si occuperà di verificare che l’immobile non presenti gravami come ipoteche o vincoli.
Acquistare una casa in costruzione significa comprare prima che l’immobile sia completato. I rischi includono ritardi nei lavori, variazioni nei costi e problemi legati all’insolvenza dell’impresa costruttrice. È importante verificare le garanzie fornite dall’impresa e i tempi di consegna.
Sì, molte agenzie immobiliari offrono visite virtuali tramite video o tour 3D, che consentono di esplorare la proprietà a distanza prima di una visita in presenza.
I principali documenti includono il titolo di proprietà, il certificato di destinazione urbanistica, la planimetria catastale e, in alcuni casi, un certificato di non edificabilità.
La destinazione urbanistica può essere verificata presso l’ufficio tecnico del Comune, che rilascia un certificato di destinazione urbanistica indicante l’uso consentito del terreno.
In linea generale, non è possibile costruire su un terreno agricolo, a meno che non si tratti di strutture legate all’attività agricola o si ottenga una specifica autorizzazione urbanistica.
La destinazione urbanistica del terreno si può verificare attraverso il piano regolatore del Comune, che specifica se un terreno è edificabile o agricolo. Il certificato di destinazione urbanistica fornisce questa informazione.
È importante verificare la destinazione d’uso del terreno, eventuali vincoli paesaggistici o ambientali, la qualità del suolo, l’accesso all’acqua e alle infrastrutture, e la presenza di diritti di prelazione agricola.
Le imposte variano in base alla destinazione del terreno (agricolo o edificabile) e includono l’imposta di registro, imposte ipotecarie e catastali, oltre all’IVA per alcuni tipi di transazioni.
No, è necessario che il terreno abbia una destinazione urbanistica edificabile. Alcuni terreni possono essere agricoli o soggetti a vincoli ambientali, che ne limitano l’edificabilità.
Il valore di un terreno agricolo viene determinato in base a fattori come la fertilità, la posizione, la superficie e l’accessibilità. La presenza di infrastrutture e l’uso effettivo del terreno (coltivazione o allevamento) possono influenzarne il prezzo.
È importante controllare l’atto di proprietà, la planimetria, il certificato di destinazione urbanistica, eventuali vincoli o servitù e la presenza di diritti di prelazione agricola. Inoltre, una visura ipotecaria è fondamentale per verificare l’assenza di ipoteche.
I documenti necessari includono un documento d’identità valido, il codice fiscale, il contratto di locazione, il certificato energetico e, se richiesto, una garanzia o fideiussione.
Il canone di locazione viene calcolato in base a fattori come la posizione, la dimensione, le condizioni dell’immobile e il mercato immobiliare locale. In alcuni casi, può essere regolato da normative comunali o accordi locali.
I contratti di locazione residenziale standard hanno una durata di 4+4 anni, mentre quelli per immobili commerciali possono avere durate diverse, di solito tra i 6 e 9 anni. Esistono anche contratti transitori di breve durata.
Il proprietario è generalmente responsabile delle spese di manutenzione straordinaria, mentre l’inquilino si occupa della manutenzione ordinaria, come la pulizia e la riparazione di piccoli danni.
Sì, in molti contratti è prevista la possibilità di recesso anticipato con preavviso, solitamente di 6 mesi, a meno che non sia diversamente specificato nel contratto.